Da Leon a Villar de Manzarife
Questa tappa è stata una delle poche che non mi è piaciuta.
Partenza da Leon con bella giornata.
Dopo vie e viuzze sono arrivata nella splendida Plaza San Marcos da dove si può scegliere da che parte andare. Nella piazza c'è la statua del pellegrino che riposa e ai suoi piedi una targa nel pavimento che indica due cammini, da una parte continua il cammino Francese mentre dall'altra inizia il cammino del San Salvador che arriva a Oviedo. Io ero partita con l'intenzione di seguire il secondo ma sul posto me l'hanno sconsigliato in quanto in quel periodo era nevicato molto ed essendo un percorso che attraversa la Cordigliera Cantabrica non era proprio il caso di rischiare inoltre mi è stato anche sconsigliato di andarci da sola visto e considerato che è un cammino poco frequentato e a volte passano giorni prima di vedere dei pellegrini quindi ho continuato per il Francese anche se già l'avevo finito lo scorso anno.
Uscita dal centro di Leon inizia l'incubo, che già conoscevo e cioè uscire dalla periferia che non finisce mai, tutto in mezzo a case, palazzi, zone industriali, commerciali, ecc....traffico e confusione.
Passato il paese Virgin del Camino dopo meno di un chilometro si arriva a un punto dove si può scegliere se proseguire sul tracciato classico che procede in parallelo alla strada statale e va verso San Martin del Camino oppure prendere la direzione verso Villar de Manzarife che evita il rumore del traffico e passa per territori brulli e inospitali della landa de Leonés.
Questa volta ho scelto il percorso alternativo che con il caldo sembrava di essere ancora nella meseta, la strada sterrata non finiva mai, non so quale dei due percorsi sia il peggiore: il primo con il rumore del traffico o il secondo con il sole cocente senza riparo di nessun tipo, dipende dai gusti.
Dopo tanto asfalto nella prima parte e tanto sole caldo nella seconda parte sono arrivata a destinazione.
Mi sono fermata all'albergue Casa de Jesus anche se mi avevano consigliato l'albergue Tio Pepe ma il consiglio è arrivato troppo tardi quando già mi ero sistemata e comunque mi sono trovata molto bene anche in questo.
Virgin del Camino
Strada verso Oncinade la Valdoncina
Strada per Villar de Mazarife
Mosaico all'entrata di Villar de Manzarife
Scarponi diventati vasi di fiori davanti all'albergue
25/04/2018
Da Villar de Manzarife a Hospital de Orbiga
Questa è stata una tappa corta perché ho risentito della stanchezza delle tappe precedenti più il caldo patito ieri quindi mi sono fermata a Hospital de Orbigo.
Quando si cambiano percorsi o luoghi in cui ci si ferma si perdono i pellegrini che si ha imparato a riconoscere e se ne conoscono altri.
Questi chilometri sono stati abbastanza scorrevoli in quanto c'era un paesaggio molto vario e quindi più piacevole e più interessante.
Proprio lungo il canale c'era un gran concerto di rane e rospi, mi sono fermata e ho registrato con lo smartphone poi una volta a casa ho adattato il gracchiare dei ranocchi e lo uso come suoneria per i messaggi.
Non c'è tanto da descrivere sia per la brevità della tappa sia per il paesaggio quasi tutto in mezzo alla natura tra campi, canale, paesetti.
Il punto più suggestivo che mi emoziona tanto e non capisco il perché è quando devo attraversare il Puente di Orbigo, anche lo scorso anno ho provato una forte emozione come ho poggiato sopra il piede.
Questo ponte è conosciuto anche come Puente del paso Honroso (ponte del passaggio d'onore). Questo nome è dovuto al fatto storico avvenuto nel 1434. Il giovane cavaliere Suero de Quiñones per attirare le attenzioni di una giovane dama che di lui non ne voleva sapere organizzò un torneo d'armi sfidando tutti i cavalieri che volevano passare il ponte. Il torneo durò per tutto il mese di luglio e alla fine ne uscì vincitore. Il cavaliere allora partì in pellegrinaggio portandp a Santiago una cinta azzurra appertenente alla giovane. Non si sa se poi lei lo accettò come suo sposo.
Nel Rio Orbigo, da cui il ponte e il paese prende il nome, vive la trota comune e la trota Fario che serve a preparare il piatto tipico " la sopa de trocha ", è un piatto povero antico e oggi viene preparato solo in pochi ristoranti. A Hospital de Orbigo ce n'è uno solo in cui si può gustare questo piatto.
Ho scelto di fermarmi all'albergue parroquial Karl Leisner. è molto suggestivo e mi piace per tutto, sia per l'ambiente che per il trattamento.
In questo albergue ho conosciuto un pellegrino sardo molto simpatico, siamo usciti insieme a far spesa e lui s'è comprato una bistecca tipo fiorentina che pesava più di un chilogrammo. Quando siamo rientrati l'ha preparata a dovere poi sotto gli occhi stupiti di un asiatico che continuava a fotografarlo se l'è divorata. Era uno spettacolo vedere come fosse orgoglioso di essere riuscito in una impresa culinaria non di facile preparazione.
Coccinella portafortuna
Ranocchi nel canale, i protagonisti della mia suoneria
Hospital de Orbigo-Cisterna d'acqua
Puente de Orbigo
Hospital de Orbigo, giardino dell'albergue
Sopa de trucha-foto dal web di IgnacioZurutuza ott 2017
26/04/2018
Da Hospital de Orbigo a Astorga
Giornata stupenda e paesaggio molto vario così come il percorso misto fatto da salite e discese non troppo ripide tra vegetazione più o meno folta, tra fattorie e campi.
Si passa in mezzo a un allevamento di mucche, da una parte ci sono le stalle con gli adulti e dall'altra c'è la nursery con i vitellini divisi a secondo dell'età. In un recinto ci sono i più grandicelli mentre nelle cucce apposite ci sono i più piccoli.
Continuando a salire si arriva al posto più bello secondo me dove fermarsi per riprendere le forze, il posto si chiama la Casa de los Dioses di David, un'area a donativo creata tutta da lui con le sue mani e dove si trova di tutto da mangiare e da bere, c'è solo l'imbarazzo della scelta, per riposare ci sono dei divanetti riparati o le amache, inoltre c'è un riparo con tetto spiovente, sotto c'è una panca dove è collocata la stufa per preparare il caffè e l'acqua bollente per il te.
David è una persona speciale con una pazienza infinita che bisogna avere quando si ha a che fare con certi individui.
Continuando si arriva al ricongiungimento dei due percorsi dove c'è una croce e da cui si vede il panorama e se si ha la fortuna di trovare il cielo limpido si vede davanti San Justo de la vega e dietro c'è Astorga. anche in questo punto c'è un'area de descanso con tavoli e panche all'ombra degli alberelli, è una specie di giardino curato bene peccato che gli incivili ci sono dappertutto e lasciano immondizia a terra invece che gettarla negli appositi contenitori che ci sono.
Proprio Astorga è la fine di questa tappa e mi sono fermata all'albergue Siervas de Maria dove ho conosciuto un simpatico veronese di nome Maurizio.
Come in quasi tutti gli albergue c'è l'uso cucina così abbiamo deciso di preparare per cena la pasta alla carbonara, siamo andati a fare la spesa e con 5 euro abbiamo comprato tutto il necessario poi ho lessato le uova rimaste e ce le siamo portate via il giorno dopo mentre gli spaghetti avanzati li abbiamo lasciati in armadio per altri pellegrini, è così che si fa di solito, ciò che avanza si lascia e se c'è qualcosa che serve si usa.
Siccome eravamo in due camerate diverse non l'ho più visto perchè è partito molto prima di me.
Ciao Maurizio e grazie per la bella compagnia.
Durante questa tappa ho scattato più foto del solito perché meritava e ho dovuto fare una sceta tirando fuori le più significative.
Arrivo a Villares de Orbigo con nubi all'orizzonte
Un tratto della strada
Vitellino in cuccia
Oasi naturalistica formatasi in cava dismessa
La Casa de los Dioses di David-area de descanso a donativo
(solo una piccola parte dell'area)
Veduta su San Justo de la Vega e dietro c'è Astorga
Cruceiro de Santo Toribio
San Justo de la Vega-Statua bronzea del pellegrino
Santibañez-Giuso qualche freccia per non perdersi
Astorga
Astorga, murales su una casa
Astorga-zaino misura XXXXXXXXXXXXXXXL
Astorga-Municipio-Plaza Mayor
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