venerdì 26 giugno 2020

Seconda parte della terza tappa della Via Flavia

25/06/2020

Bellissima giornata iniziata con un lungo viaggio in autobus per arrivare al punto di partenza a Sistiana e continuare a seguire le frecce gialle.
Giornata perfetta per camminare, un po' nuvoloso con un bel venticello e non troppo caldo.

Avevo percorso un pezzo del sentiero Rilke moltissimi anni fa e non me lo ricordavo così bello.

Peccato che in questo pezzo di tappa i chilometri erano pochi perché mi sentivo bene e avrei camminato ancora. ma avevo appuntamento con mia figlia al Villaggio del pescatore.

Partita da casa con il bus alle 7:55 e arrivata in centro ho dovuto aspettare quasi 20 minuti prima di salire in un altro bus per arrivare a destinazione.
Scesa dal bus alle 9:25, appena attraversata la strada ho visto le prime indicazioni del cammino.






Prima di entrare nel sentiero ho approfittato dell'area di sosta con il tavolo per fare merenda e partire bella carica.
Dalla alla piazzola da dove si comincia ho ammirato il panorama sul mare con il porticciolo di Grignano, il monumento e il pellegrino con le info dietro al suo zaino.






Lungo il percorso ci sono molti punti allestiti per ammirare il panorama che servivano come zone di avvistamento durante la prima e la seconda guerra mondiale e ci sono anche dei bunker in cui si può entrare.
Io ne ho visto uno solo ma ho letto che ce ne sono altri.


Si cammina quasi sempre con il mare a vista e il panorama è stupendo, sulla sinistra si vede la baia di Grignano con il suo porticciolo mentre sulla destra c'è la punta con il castello di Duino e più lontano se la giornata lo permette si vede tutta la lingua di terra di Grado.


Il paesaggio carsico è molto variegato, si passa dai sassi alla vegetazione che è formata da una moltitudine di piante.


Arrivata quasi alla fine del sentiero vedo il castello e subito scatto la foto.


Alla fine arrivo a Duino e continuandoo a seguire le frecce gialle alo attraverso tutto per finire in un altro sentiero.
Questo arriva sulla strada che scendendo porta al Villaggio del Pescatore mentre per chi continua basta attraversare la strada ed entrare nel sentiero che prosegue.
Io sono scesa perché al Villaggio ci abitano mia figlia e mio genero che mi aspettavano.
Ho pranzato con loro e nel pomeriggio mi hanno accompagnata a casa.
Fine della terza tappa.

Le foto del Villaggio del Pescatore le ho scattate in maggio del 2019






martedì 23 giugno 2020

Terza tappa del cammino della Via Flavia

22/06/2020

Inizio la terza tappa del cammino della Via Flavia da Miramare (Ts) per fermarmi poco prima di arrivare a Sistiana (Ts), totale circa 13 km, perché le mie forze non mi hanno permesso di andare oltre.
Come al solito quando vado in posti che non conosco è tutta un'avventura.
Per arrivare al punto di partenza sono andata via presto da casa perché dovevo prendere due autobus impiegando circa un'ora e mezza.
Arrivata a Grignano (Ts) volevo salire al parco di Miramare da un'entrata secondaria ma il cancello era chiuso ed erano le 8:25, ho guardato e non c'era nessun cartello a riguardo del covid e c'è solo il cartello con l'ora di apertura e chiusura: dalle 9 alle 19:30.
Ho aspettato fino alle 9:15 e visto che nessuno è venuto ad aprire ho ripreso il bus e sono salita fino al bivio dove c'è la strada per la stazione ferroviaria di Miramare, è li che si arriva passando dal parco.
Arrivata alla stazione ho visto la freccia gialla del cammino e mi sono rincuorata.
La stazione è stata voluta da Massimiliano d'Asburgo proprio per servire il Castello di Miramare ed è rimasta uguale.



Da qua si sale per una strada stretta e con pochissime macchine, dopo poco la salita si fa leggera e poco ripida, sulla sinistra tra la vegetazione si intravede sempre il mare.




Continuando sempre su questa strada si arriva alla fine dell'asfalto e inizia la sterrata ghiaiosa e la bella sorpresa è stata che c'è una fontanella funzionante e ho potuto riempire le mie due bottigliette che avevo già svuotato.


Questa strada ha il nome di un vino antico il Pucino che prende il nome dal castello del Pucino che era collocato sul Carso triestino con la coltivazione delle viti che davano questo vino.


Altro scorcio del panorama tra la vegetazione e un bellissimo cardo con insetti che si nutrono del polline.



Andando avanti vedo un po' all'interno un buco e non so se è l'entrata verticale di una grotta, sul carso ce ne sono tante, oppure qualcosa d'altro, non sono andata a vedere da vicino perché non mi fido imbranata come sono.


Ci sono tanti fiori spontanei ma i garofanini mi riportano all'infanzia quando andavo in bosco dietro casa a raccoglierli per portarli alla mia mamma.


Ovviamente non sarei io se non sbagliassi strada, ad un certo punto finisce la sterrata e inizia il sentiero, dopo un breve tratto c'è un bivio e io prendo dalla parte sbagliata e mi ritrovo prima in un bel bosco fresco e poi una discesa paurosa nella pietraia piena di sassi pericolanti, per fortuna è breve, arrivata in fondo indenne mi ritrovo in un punto da dove non si può continuare da nessuna parte.
Non mi resta che tornare indietro però quando sono arrivata nel bosco ho approfittato di una bella pietra e mi sono seduta a fare merenda così mi sono riposata prima di risalire la pietraia.
Arrivata in cima ho imboccato il sentiero giusto, il sentiero dei pescatori che da Aurisina porta fino al mare.
Una volta i pescatori tornavano dalla pesca e dovevano risalire questo lunghissimo sentiero con il pescato fino a casa, ad aspettarli c'erano le mogli che li aiutavano a portare il pescato.

Non ricordo se prima o dopo del bivio c'è una " jazera " si tratta di un buco profondo con le pareti ricoperte di sassi e serviva per conservare il ghiaccio.


Continuando per il sentiero si arriva alla vedetta Weiss e si continua a scendere.
Si passa su un ponticello che attraversa i binari e qui mi sono nuovamente persa il segnale.
Dovevo girare a destra sul sentiero invece ho continuato dritta e mi sono trovata davanti una lunga scalinata abbastanza ripida formata da rampe che vanno dai due ai cinque scalini che sono abbastanza malridotti e bisogna fare molta attenzione.
Finalmente arrivo alla fine e mi ritrovo sulla strada principale che porta proprio a Sistiana.
Per fortuna a lato della strada c'è la corsia per i pedoni divisa dalla strada con il guard-rail bello alto però il rumore del traffico è pazzesco.
Ho saputo dopo che prendendo il sentiero giusto mi sarei risparmiata quel tratto di strada.
Quando sono arrivata al belvedere non ho resistito a fare la foto della punta col castello di Duino.


Avevo percorso quasi 12 chilometri e non riuscivo più ad andare avanti, mi fermavo ogni quattro passi però dovevo arrivare a Sistiana dove c'è la fermata del bus che mi avrebbe riportata a Trieste.
Dopo circa un'altro chilometro vedo la fermata ma non quella che cercavo ma quella del pullman che va dall'aeroporto a Trieste però per poter salire bisogna avere il biglietto e io non l'avevo.
Il mio Angelo mi ha aiutata ancora una volta facendomi trovare un gentilissimo signore che aspettava anche lui il pullman e mi ha regalato il biglietto così sono tornata a casa.
Per finire in bellezza quando sono arrivata vicino a casa ho visto in un piccolo prato un fungo gigante, non ho resistito e l'ho fotografato.


Non so quando ripartirò da Sistiana per continuare la tappa perché con il caldo mi è molto difficile camminare.
Aspettate fiduciosi!

domenica 7 giugno 2020

Fine tappa

06/06/2020




Eccomi qua sana e salva dopo la lunga camminata tra ripide salite e altrettanto ripide discese, tra segnali del percorso persi di vista, tra chilometri in più per il motivo citata innanzi, tra il caldo estivo e tanto asfalto sono riuscita a portare a termine la prima tappa.

La natura e il panorama che ogni tanto si vedeva hanno fatto dimenticare tutti i disagi.
Purtroppo, un po' per colpa mia che sono imbranata e un po' che non potevo consultare la mappa che ho scaricato nel cellulare perché non c'era connessione, non ho visto i segnali dove c'era da prendere il sentiero, non una ma due volte, quindi ho camminato quasi tutto il percorso su asfalto allungando di qualche chilometro e la sera i piedi erano cotti a puntino.

Appena farà un po' più fresco voglio rifare questo tratto perché mi mancano i pezzi più belli.

Anche se il territorio attraversato dalla prima tappa dovrei conoscerlo bene in quanto fa parte della zona dove sono nata e cresciuta devo dire che non lo conoscevo per niente e mi sono veramente meravigliata delle bellezze che si possono vedere nei paesi o nel bosco.

Lungo la strada in pianura ci sono degli appezzamenti con orti più o meno grandi e proprio davanti a un orto c'è tipo area picnic con un tavolo e le panche in legno, non è zona recintata però è privato.
Dopo aver camminato già parecchi chilometri volevo riposare un po' ma non avevo trovato dove poi si apre questa visione e non ho resistito, tra l'altro era quasi mezzogiorno e cominciavo a sentire fame.
Come mi avvicino vedo un signore intento a lavorare in orto così lo chiamo e chiedo il permesso e lui molto gentile oltre che lasciarmi stare lì mi ha chiesto se gradivo dell'acqua o un caffè poi è tornato al suo lavoro e io ho pranzato all'ombra e al fresco che c'era un bel venticello.

Mi sono riposata una mezz'ora e sono ripartita.

Poco più avanti incontro una signora che sta parlando con un suo amico e mi chiede dove sto andando vedendomi con zaino e bastoncini e mi dice che anche a lei piace camminare, mi chiede poi se può fare un pezzo di strada con me e le dico di sì che ogni tanto è bello camminare in compagnia così va a prendere la borsa in macchina e partiamo.
Arrivate in cima al paese di Prebenico decide di tornare indietro.

Siccome i mezzi pubblici per tornare dove aveva la macchina non ce ne sono e il bus che la portava più vicino era appena dopo quasi un'ora ha preferito tornare indietro a piedi e io ho proseguito da sola.

Piano piano a passo di lumachina, ma tanto chi mi corre dietro?, sono arrivata a destinazione: Bagnoli della Rosandra fine prima tappa.


Mi siedo sotto la pensilina ad aspettare il bus che mi porterà verso casa, poi ne devo prendere un altro ma la strada non è lunga. Purtroppo con i mezzi pubblici bisogna sottostare agli orari e tra aspettare uno e aspettare l'altro ho perso circa quaranta minuti per 15 minuti di percorso tra uno e l'altro.

Come sempre ecco il video:



Della seconda tappa da Bagnoli della Rosandra a Miramare da me percorsa sempre divisa in due ho già pubblicato tempo fa il post con il video
 https://orchidea53.blogspot.com/2020/01/tappa-della-via-flavia.html

La prossima partirò da Miramare per arrivare non lo so ancora dove comunque la dividerò anche questa in due volte

giovedì 4 giugno 2020

Passo dopo passo

03/06/2020





Ho cominciato a camminare i primi chilometri della via Flavia che parte da Lazzaretto a Muggia in provincia di Trieste e arriva ad Aquileia.
Il percorso è suddiviso in cinque o sei tappe ma per le lumachine come me ce ne vogliono molte di più.

Sono partita a ridosso del confine con la Slovenia a Lazzaretto e dopo circa 7,5 km sono arrivata a Muggia dove ho preso il bus per tornare a casa.

Devo dire che per me è stata dura in particolare la salita su asfalto che porta alla Basilica di Muggia Vecchia, dovevo fermarmi spesso a riprendere fiato però ci sono riuscita e già questo per me è un bel traguardo.

Non sapevo ancora come proseguiva la strada per arrivare a Muggia.

Dopo una breve discesa si arriva alla bella chiesetta dedicata a San Sebastiano e da qui si scende per una lunga scalinata molto ripida, i gradini non sono tutti di seguito ma ogni due o tre c'è uno spazio dritto largo circa due passi corti.

Finita la scalinata credevo di essere arrivata in fondo invece no, dopo c'è un'altra discesa molto ripida non di asfalto ma fatta di sassi stretti e incastonati uno accanto all'altro, avevo paura di inciampare anche se non sono molto sporgenti.
Per fortuna sono arrivata in fondo senza problemi.

Tutta questa fatica però è stata ricompensata per il bel panorama che si apre ogni tanto sul mare e la bellissima vegetazione verdeggiante con il sommaco fiorito e così pure le ginestre.
Nei tratti di strada asfaltata si sente il profumo dei gelsomini che adornano le siepi delle case ed è molto intenso e piacevole.

Adesso esco un momento dal tema per chiarire una cosa.
Questo blog si chiama Passatempo e qualcuno potrebbe chiedersi perché questo nome se non faccio altro che postare delle mie camminate. Giusta osservazione, la spiegazione è semplice: quando cammino faccio foto e video di ciò che più mi colpisce quindi il primo passatempo è di sistemare le foto con Photoshop e scegliere le migliori.
Secondo passatempo è la musica perché devo trovare il brano che più mi piace da usare come accompagnamento nel video quindi ascoltarne diversi.
Altro passatempo è la creazione del video assemblando tutto il materiale e siccome sono una neofita per fare un video di due minuti ci impiego quattro ore.
Tutte queste cose hanno fatto sì che scegliessi questo nome per il blog.

Dopo questa lunga tiritera passo al video che è meglio.