venerdì 24 gennaio 2020

Nuovi traguardi riusciti

Era febbraio del 2018 che mi allenavo con le uscite per poi andare a fare il Cammino di Santiago. 
In quella uscita ero arrivata alla vedetta di San Lorenzo e poi a quella più in basso di Moccò.

Nel cerchietto a sinistra c'è la vedetta di Moccò mentre a destra più in alto nell'altro cerchietto rosso c'è la vedetta di San Lorenzo.


Dopo due anni di varie peripezie due giorni fa sono tornata alla vedetta di Moccò e oggi a San Lorenzo. 
Anche se le ho raggiunte in due giorni sono comunque soddisfatta per esserci riuscita.

Panorama dalla vedetta di Moccò


Panorama dalla vedetta di San Lorenzo


Come ormai è consuetudine ci si fa i selfie


Dopo la vedetta sono salita ancora per un breve tratto e sono arrivata in paese. 
Questo è il pozzo che è stato costruito nel 1893 poi ristrutturato nel 2018. 
Sulla parete sono appesi due quadri con la raccolta di foto che mostrano com'era prima e le varie trasformazioni fino ad arrivare a questa.


Continuando per la strada si superano le poche case e si arriva alla chiesetta.
Anche questa è antica ed è stata ristrutturata.
Peccato che era chiusa, mi sarebbe piaciuto entrarci.


Da qua ho fatto dietrofront e sono tornata a casa soddisfatta dei quasi 12 chilometri percorsi in totale .
Il prossimo traguardo non l'ho ancora deciso perché ne ho diversi in mente.




sabato 18 gennaio 2020

Tappa della Via Flavia

Ho raggruppato i miei diversi passatempi nel video che troverete in questo post.
1) La fotografia: tutte le foto sono mie, certe scattate con una compatta altre con lo smartphone, non sono foto professionali ma mi accontento.
2) La grafica: la composizione delle foto con la grafica per creare l'insieme adatto allo scopo.
3) Camminare: è ciò che mi riesce meglio di tutto, mi piace, mi rilassa, mi libera dai pensieri e anche se passo tante volte per lo stesso percorso ogni volta vedo qualcosa di nuovo.
4) Musica: dover cercare tra tanti brani musicali da scaricare legalmente, il sito che uso è Jamendo      Music.
La tappa l'ho divisa in tre mini tappe in periodi diversi per questo le foto non sono della stessa giornata.
Buona visione!


venerdì 10 gennaio 2020

Nuovo percorso

Per non andare sempre negli stessi posti, un paio di sere fa che non riuscivo a dormire, ho guardato su Google Maps un nuovo percorso e l'ho trovato con l'inizio abbastanza vicino a casa mia. Dopo 40 anni che ci abito è la prima volta che ho percorso questa strada e non sapevo nemmeno dove arrivava.
E' un percorso su asfalto, stradina stretta in mezzo al bosco e campagna e nonostante questo sono passate ben due macchine in tutto.
Partenza da casa e arrivo a casa, in pratica un percorso ad anello di 4,48 km totali di cui circa la metà o poco più in salita e anche un pezzo bello ripido però devo dire che l'ho superato molto bene.
Arrivata in cima della prima salita si gode di un bel panorama:


Sullo sfondo il paese San Giuseppe della Chiusa con la chiesa di San Giuseppe

Credevo che la salita fosse finita invece era solo un falsopiano per tirare il fiato, per fortuna dopo c'era una piccola salita e poi giù in discesa. 
Purtroppo c'era subito dopo un'altra salita fino al paese e prima di affrontare la salita mi sono fermata a fare il pieno di energia con una banana e per scattare qualche foto alla natura.

Vecchio muro nel bosco

Tronco secco con chioma di edera 

Pervinca 


Ho ripreso a camminare con più forza dopo la breve pausa e ben presto mi sono accorta di essere molto vicina a San Giuseppe della Chiusa. 
Prima di entrare in paese ci sono delle vasche che servivano da abbeveratoi.



Dalla parte opposta la stessa acqua che esce dalla vasca riempie il vecchio lavatoio.


Eccomi arrivata alle prime case del paese e la salita è quasi finita, meno male !


Proprio in cima a questa strada si intravede il segnale di stop e da lì inizia la discesa.
Scendendo tra le case del paese ad un certo punto c'è una chiesetta dedicata a Sant'Orsola, credo che sia ormai chiusa perché a vedere come è ridotta mi sa che non viene più aperta.




Continuando a scendere arrivo alla stradina che mi riporta a casa e da qui ritorna la salita fino alla fine.
Arrivata sotto casa ho visto un micio o una micia che prendeva il sole e pur se all'erta si è lasciato/a fotografare.


Anche questo giro è finito.
Concludo col dire che sono molto felice di come procede la ripresa fisica. 

mercoledì 1 gennaio 2020

Turista a Trieste

Era ancora il 2019 e precisamente il 29 dicembre, la giornata era soleggiata anche se freddina con leggere raffiche di bora, per noi triestini erano solo degli aliti, con il mio amico bolognese decidiamo di andare a fare un bel giro che include sia una camminata che un giro turistico.
Partiamo al mattino verso le 9.30 e saliamo le scalette che portano alla ciclopedonale in via dell'Istria, da qui facciamo la camminata che ho già descritto in un post precedente e che si arriva al colle di San Giusto.
Quel giorno finalmente dopo tanti anni abbiamo trovato il castello aperto così siamo entrati.
La prima cosa che si trova appena entrati sono le statue in bronzo di Michez e Jachez due automi con al centro la campana.
Sono gli originali che stavano sulla torre del municipio a scandire le ore dal 1876 al 1972 poi sostituiti dalle copie perfette anch'esse in bronzo compresa la copia della campana che tutt'ora scandiscono le ore.
Per chi volesse approfondire la storia del castello può guardare qua:
http://castellodisangiustotrieste.it/castello-di-san-giusto/


Sempre nell'atrio c'è un cannone e sul muro c'è la rosa con gli stemmi delle 13 casade triestine.



Proseguendo si entra nel cortile dove si trova il Lapidario Tergestino ubicato nei sotterranei dove sono esposti 130 reperti lapidei della Tergeste romana.

 Mosaico di una villa che si trovava a Barcola rione subito fuori Trieste.


Scala per scendere nel sotterraneo


Sarcofago


Usciti dal sotterraneo saliamo sulle mura da dove si gode un panorama a 360° con la giornata limpida si riesce a vedere anche la costa istriana e la lingua di terra di Grado.







Aggiungo un breve video solo per far sentire la bora.


Dopo un po' si arriva al museo delle armi dove sono esposte le armi dal XII al XIX secolo.
Qui si trova anche la statua di San Sergio che è uno dei protettori della città di Trieste.

La Leggenda di San Sergio:

Sergio visse nel II secolo d.C. e fu tribuno della XV Legione Apollinare di stanza a Tergeste dove si convertì al Cristianesimo. Scoperto, fu richiamato a corte ma, prima di partire, promise ai suoi amici cristiani triestini, che un segno sarebbe giunto in città a comunicare la sua morte. A Sergio furono conficcati dei chiodi ai piedi e fu fatto camminare attraverso i Castrum di Saura, Tetrapirgio e Rosapha dove fu decapitato presumibilmente il giorno 7 di ottobre. Nello steesso giorno dal cielo limpido sopra il foro triestino, cadde un'alabrda (oggi conservata tra i tesori della Cattedrale di San Giusto) che in onore del compianto Sergio fu elevata a simbolo della città. Leggende fantastiche ruotano attorno alla storia di questa alabarta che non arrugginisce mai e non prende né dorature né argentature. Il fatto che la leggenda narri della sua caduda dal cielo ha fatto risalire a lontane leggende celtiche che narrano di fabbri che lavoravano il ferro meteorico, ossia un metallo ferroso caduto raccolto da meteore cadute. Sembra inoltre che l'alabarda sia arricchita di fosforo, una pratica che si otteneva trafiggendo un esser umano con l'arma appena forgiata.
Sul luogo del martirio di Sergio (oggi in Siria) fu eretta una chiesa che raccoglieva le sue spoglie poi traslate in una vicina e più grande chiesa costruita successivamente in suo onore. Nel V sec. a Frigia fu costruita un'enorme basilica attorno alla quale si formò un enorme villaggio che l'Imperatore Giustiniano chiamò Sergiopoli.
I Santi Sergio e Bacco (anch'egli tribuno romano martirizzato assieme a Sergio) si onorano il 7 ottobre e San Sergio è uno dei Santi Protettori di Trieste.
Faceva parte del territorio di Trieste il paese di San Sergio, oggi Črni Kal in Slovenia a ridosso del confine, mentre nel 1956 iniziò la costruzione di un villaggio satellite ai margini di Trieste che porta il nome di Borgo San Sergio. 
(Copiato da internet sulla pagina dei Santi di tuttotrieste.net)


Finito il giro del castello siamo usciti e non poteva mancare una foto ricordo sul ponte levatoio.


Scendendo verso le rive siamo passati per le stradine antiche e sul davanzale di una finestra c'era un micio che si godeva la bella giornata.


Camminando per i vicoli siamo arrivati in piazza dell'Unità d'Italia che era chiusa per metà perché stavano montando il palco per la festa del 31 dicembre.
Per fortuna hanno lasciato fuori il presepe. 
La foto non è venuta un granché però mi piace postarla ugualmente come simbolo della rinascita.


Finisce qui il giro turistico.
Auguro a tutti un buon 2020