venerdì 29 giugno 2018

Tappe !6-17-18

12/04/2018
Da Tosantos a San Juan de Ortega

Oggi bisogna mettersi il cuore in pace e sgambettare passo dopo passo lentamente per non stancare troppo le povere gambe in quanto ci sono delle salite abbastanza toste.
A volte sembra più facile e meno faticoso andare in discesa invece lo è forse di più per le ginocchia e le caviglie specialmente per me che non sono più giovincella.
Il tempo ha tenuto bene con alternanza di nuvole e sole e l'aria bella frizzantina, clima ottimo per camminare senza sudare. Le piogge dei giorni precedenti hanno però lasciato tanto fango e le strade percorse oggi erano tutte o su sentiero o su sterrato argilloso quindi molto più faticoso.
Oltre a tutte le varietà di piante sia nei campi coltivati che tra i boschi il percorso attraversa dei paesi molto carini e tra Villafranca Monte de Oca e San Juan de Ortega c'è una lunga strada che va prima in discesa e poi in salita ed è chiamata "Toboga" proprio per la sua conformazione. In cima all'altipiano si trova un'oasi di descanso molto particolare creata da Helena che è una signora molto brava oltre che bella, si trova di tutto: bevande calde o fredde, dolci, panini, uova sode e chi più ne ha.....tutto fresco di giornata. Non  so perché ma in entrambi i cammini non ho scattato nessuna foto di questo posto comunque sul web basta cercare Oasi del Camino Monte de Oca e si trovano tante foto.
Fine tappa a San Juan de Ortega nell'albergue parroquial molto trascurato e mal gestito inoltre troppo caro per quello che offre, é un peccato perché è un posto pieno di storia e la chiesa la stanno ristrutturando, spero che lo facciano anche con tutto il resto.
I miei amici di cammino sono sempre avanti e procedono tranquilli mentre il tedesco Ziggi con cui ho iniziato la tappa dopo un po' è andato avanti con il suo passo molto più veloce però lo ritrovavo in ogni posto dove si poteva fermarsi a riposare, scambiavamo due parole e si ripartiva ognuno col suo passo. Alla fine ci siamo ritrovati in albergue.

Villambistia- La fontana dei pellegrini

Rovine del vecchio monastero San Felix de Oca

Monte de la Pedraja-Monumento ai caduti durante la guerra civile spagnola 1936-1939
Foto del 2017

Pellegrina muy cansada( ovviamente la sottoscritta)

Tratto di sterrato sull'altipiano prima dell'oasi
Foto del 2017

 Toboga verso San Juan de Ortega
Foto del 2017

San Juan de Ortega-Chiesa con attiguo l'albergue (foto 2017)
Foto del 2017

13/04/2018
Da San Juan de Orbaneja a Rio Pico

Iniziata la giornata con la pioggia leggera ed è andata avanti così per tutta la tappa.
Passato Ages e Atapuerca abbastanza bene poi iniziata la salita su sterrato pieno di sassi. A lato della strada per tutta la salita ci sono ancora le reti delle trincee della rivoluzione ed è ancora segnalata come zona militare.
Ad Atapuerca c'è un sito archeologico molto importante solo che per visitarlo bisogna informarsi prima essendo al di fuori del cammino altrimenti va a finire che si fanno chilometri in più per niente.
Verso la fine della mia tappa ho salutato Ziggi che ha continuato per Burgos mentre io mi sono fermata a Orbaneja Riopico in albergue El Peregrino dove mi sono trovata bene con hospitalera gentile che fa anche la banconiera e cameriera nel bar ristorante sotto alle camere. Anche il cibo molto vario e buono.

Strada verso Matagrande

La Cruz de Madera de Matagrande

Vista su Burgos 

Chiesa di Atapuerca
Foto 2017

Cardeñuela Riopico Chiesa Di Santa Eulalia
Foto 2017

Cardeñuela de Riopico
Foto 2017

Orbaneja Riopico-Eremo dell'Immacolata

14/04/2018
Da Orbaneja Riopico a Burgos.

Tappa molto breve, solo 12 km di asfalto. Volevo fare la strada alternativa ma non ho visto l'indicazione del bivio così ho rifatto tutta la zona industriale in periferia di Burgos, già percorsa lo scorso anno e volevo evitarla, per me è la tappa più brutta di tutto il cammino forse a pari merito con il tratto per uscire da Leon che non finisce mai.
Per arrivare in albergue municipal ho attraversato tutta la città fino alla Cattedrale.
Anche questa Cattedrale come le altre importanti l'ho ammirata solo dal di fuori sempre per il motivo del pagamento, purtroppo ho saputo troppo tardi che si poteva entrare senza pagare nella parte dove si celebra la messa mentre per ammirare tutto il resto si paga. Sarà per la prossima volta...se ci sarà una prossima volta!
L'albergue è grandioso e spettacolare, ha tutto ciò che serve ed è ben gestito.
Nonostante la mole di pellegrini che lo frequentano gli hospitaleros sono sempre gentili e disponibili a volte anche con chi non se lo merita.
Dell'amico tedesco nessuna traccia.

Burgos-Chiesa di Nuestra Señora Santa María la Real e Antigua de Gamonal

Periferia di Burgos

Periferia di Burgos

Cattedrale di Burgos
Foto del 2017

lunedì 25 giugno 2018

Tappe 12-13-14-15

08/04/2018
Da Navarrete a Najera

Eccoci arrivati alla tappa 12 cominciata con poche gocce di pioggia e molto nuvoloso con aria fredda.
Tanti chilometri senza area de descanso e senza altre possibilità di riposo, per fortuna almeno il tempo è stato clemente e a Najera ho trovato il sole e aria più mite.
Qualche chilometro prima si sale sulla collina che si chiama el Poyo (collina) di Roland, ha questo nome per la leggenda che rievoca la vittoria di Rolando sul gigante musulmano Ferragut. Sul Poyo si trova anche una costruzione a cupola che serviva come rifugio per gli agricoltori.
Durante la tappa ogni tanto incontravo la coppia olandese, prima mi fermavo io e loro mi passavano e viceversa.
Mi sono fermata all'albergue de peregrinos che non lo consiglio.
I miei due amici invece sono avanti di qualche tappa e ci teniamo in contatto tutti i giorni con i messaggi.

Statua di pastore

Scarpone abbandonato

Ventosa

Segnaletica del Cammino

Poyo de Roldàn-rifugio di pastori

Najera-Santa María la Real


09/04/2018
Da Najera a Cirueña

Anche questa tappa è stata breve a causa del brutto tempo. Anche qua tanti chilometri senza nessuna possibilità di ripararsi dalla pioggia inoltre sullo sterrato causa l'abbondante pioggia si camminava nel fango argilloso, di quello che si appiccica sotto la suola e le scarpe diventano pesanti.
Dopo un breve tratto su asfalto, giusto il tempo di ripulirsi le suole si ritorna sullo sterrato fangoso. Mi sono fermata a Cirueña dopo solo 17 km perché tra freddo, pioggia e fango non ce la facevo più a continuare. Ho visto l'indicazione per l'albergue e l'ho seguita così sono arrivata all'albergue Virgen de Guadalupe, sconsigliato per la struttura fatiscente e l'hospitalero poco disponibile.
Come sempre ci sono i pro e i contro, in questo rifugio ho conosciuto una ragazza di Lecce, ovviamente non ricordo il nome, molto simpatica e abbiamo chiacchierato parecchio poi ho visto che c'era anche la coppia olandese e ci siamo ritrovati a cena così tra un po' di inglese tradotto alla buona dalla ragazza leccese, tra un po' di spagnolo e un po' di italiano ci siamo capiti abbastanza. Il marito mi ha detto di avere 79 anni e la moglie uno in meno, sono rimasta perplessa perché loro dicevano sempre brava a me quando mi incontravano lungo la strada e anche qua in albergue pur sapendo che sono più giovano di loro.
Durante questa tappa fredda e piovosa non ho scattato nemmeno una foto e comunque sono solo chilometri tra vigneti e grano, tutto il percorso di oggi era in continua salita poco ripida e solo piccoli tratti un po' più ripidi.
I miei due amici mi hanno scritto che si trovano a Villafranca Montes de Oca e ho subito pensato che per me sarà impossibile raggiungerli.

10/04/2018
Da Cirueña a Redecilla del Camino

Riprendo il cammino da Cirueña in mezzo alla nebbia che poi lascerà il posto al cielo nuvoloso.
Anche questa tappa tutta tra i campi e tutta in leggera salita.
Dopo circa 6 km arrivo a Santo Domingo de la Calzada dove c'è la bellissima Cattedrale, questa è una città simbolo del cammino. Fu fondata a ricordo di Santo Domingo nel 1044, è stato lui che costruì il ponte sul rio Oja per il passaggio dei pellegrini.
Nella Cattedrale, in una gabbia ci sono un gallo e una gallina bianchi che ricordano la leggenda del miracolo, chi volesse approfondire lo trova qui: https://dueincammino.altervista.org/miracolo-santo-domingo-de-la-calzada/
La leggenda racconta anche che se un pellegrino entrando in chiesa sente il gallo cantare significa che è di buon  auspicio per il resto del suo pellegrinaggio fino a Santiago.
Per entrare in Cattedrale si pagano 3 € e io, per una questione mia personale, non pago per entrare in un luogo di culto che dovrebbe essere aperto a tutti.
Proseguendo sempre tra i campi si arriva a Grañon che è l'ultimo paese della Rioja e da qui si entra in Castiglia-Leon.
A Redecilla del Cammino mi sono fermata al municipal San Lázaro, discreto senza troppe aspettative ma dotato di tutto.
Le ultime tre foto risalgono al cammino che ho fatto nel 2017.

La strada nella nebbia

Freccia 

Santo Domingo de la Calzada-torre della Cattedrale

Santo Domingo de la Calzada

Santo Domingo de la Calzada-Ponte sul rio Oja

Grañon-Cruz de los Valientes

Grañón-Parroquia de San Juan Bautista

11/04/2018
Da Redecilla del Camino a Tosantos

Dopo il freddo e la pioggia dei giorni precedenti questa mattina fuori c'era la sorpresa, durante la notte ha nevicato, non molto ma tanto basta a rendere il paesaggio suggestivo.
Peccato che dopo un po' ha cominciato a piovigginare e ha sciolto quasi tutta la neve. Il percorso è sempre in falsopiano tra i campi e in certi punti per facilitare il cammino dei pellegrini sono state create delle corsie a fianco della strada. In questa tappa ho attraversato diversi paesi abbastanza vicini uno all'altro e in questo modo sono riuscita a camminare meglio perché ho potuto riposare più spesso. E' ovvio che in questo modo ci metto più tempo ma visto e considerato che non si tratta di una gara non importa il tempo impiegato per arrivare a fine tappa.
A Tosantos ho voluto fermarmi per la bellissima esperienza fatta l'anno prima. Non è niente di speciale come struttura, anzi...Il fatto è che c'è una energia positiva molto forte e stando in quel posto mi sento bene. 
Ci sono i materassini a terra, le scale di legno scricchiolanti, si prepara la sala per la cena tutti assieme, io ho dato una mano a preparare la cena. Dopo mangiato si sparecchia e si pulisce tutti insieme, questo è il vero spirito di convivialità tra pellegrini. 
Al piano di sopra a fianco dello stanzone dove si dorme c'è una piccola stanza adibita a cappella dove chi vuole partecipa al ringraziamento e si prende a cuore una richiesta di aiuto fatta da altri pellegrini da portare a San Giacomo in Cattedrale. A me è capitato il foglietto di una ragazza che chiede aiuto per la zia ammalata gravemente di cancro, a un'altro pellegrino è capitata la preghiera di un papà per la propria figlia che ha la leucemia. Ogni sera c'è questo rito con i pellegrini ed è una bellissima esperienza.
Questa volta eravamo in pochi così ho chiesto se potevo prendere un materasso più alto per metterlo sopra a quello basso e l'hospitalero mi ha aiutato a sistemarlo. A proposito di hospitalero questo non poteva avere un nome più appropriato. Si chiama Santiago e non dico altro.
In questo posto ho conosciuto un tedesco molto simpatico, più avanti durante altre tappe ho scoperto che si chiama Siggi (si pronuncia Zigghi) e che ha 50 anni, ho il suo permesso per nominarlo e anche per postare le foto. 
Assieme a noi c'era anche una signora col figlio sempre tedeschi e in un primo momento pensavo fossero assieme invece si sono conosciuti durante la tappa.

Strada verso Castildelgado

Viloria de Rioja

Strada per Villamayor del Rio

Rovine del castello di Belorado

Chiesa di Santa Maria-Belorado

Cappella dell'albergue di Tosantos

La stanza con i materassi a terra-il rosa più alto è dove ho dormito io

giovedì 21 giugno 2018

Tappe 9-10-11

05/04/2018
Da Estella a Los Arcos

Iniziato la tappa con tempo nuvoloso e molto umido ma migliorato col passare delle ore e dei chilometri. Questa è stata la prima tappa più lunga da quando ho iniziato il Cammino e dopo le varie peripezie causate dalla grande vescica sotto al piede.
Il percorso si svolge tutto in mezzo ai campi coltivati, agli oliveti e ai vigneti, più salite che discese e tutto sotto al sole che nel frattempo è uscito di prepotenza proprio nel lungo tratto dove non c'è modo di ripararsi all'ombra e nemmeno un'area di riposo. Dopo Estella si trova Ajegui, che ormai è la periferia di Estella, lasciate le ultime case si trova la fonte del vino installata dalle cantine di Irache e che durante le ore lavorative sgorga vino da una canna e acqua dall'altra, meno male che c'è anche l'acqua per chi come me è astemio, ottima sosta per poi affrontare la dura salita che porta a Villamajor de Monjardin. Poco prima di questo paese c'è la Fuente del Moro, una cisterna coperta con dei gradini che portano in basso dove c'è la vasca di raccolta dell'acqua.
Poco più avanti c'è il paese con un bar-tienda (negozio) dove si può aquistare da mangiare e da bere e anche riposare che fuori ci sono i tavolini. Meglio fare scorta di acqua se si deve continuare perché dopo non c'è altro per 12 km fino a Los Arcos ed è proprio a Los Arcos che mi sono fermata per questa tappa nell'albergue Isaac Santiago dove sono stata accolta dagli applausi di cinque baldi giovani che tanti chilometri prima mi avevano superata e mi avevano chiesto se stavo bene perché ero già distrutta dalla stanchezza e mi ero fermata a riprender fiato, rassicurati da me hanno continuato. Come mi hanno vista arrivare, erano seduti fuori che si bevevano la birra, si sono alzati in piedi e hanno applaudito chiedendo come stavo e mi hanno aiutata a togliere lo zaino. Grazie ragazzi! L'albergue è un municipal ma molto bello, pulito, accogliente e con tutti i confort.

Estella-Porta San Nicolas

Irache-La fuente del vino
                                      

Il castello di Monjardin Montejurra

Fuente del Moro

Bar su ruote

Vigneto

Los Arcos-chiesa Santa Maria

06/04/2018
Da Los Arcos a Viana

Altri chilometri tra campi e vigneti sotto al sole e ancora salite e discese piuttosto ripide che hanno messo a dura prova le mie povere ginocchia, per fortuna si sono comportate bene e hanno resistito alla fatica. Dopo aver attraversato Sansol e Los Arcos e camminato per altri 10 km circa finalmente sono arrivata a Viana che la vedevo da lontano ma non arrivava mai. In albergue Izar dove mi sono fermata ho rivisto la coppia olandese con molto piacere e ho conosciuto un giovane genovese che però andava di fretta tanto che al mattino è partito senza che me ne accorgessi. L'albergue è bello, pulito, comodo e accoglienza molto familiare.

Vecchio ricovero per animali

La mia ombra

Omini di pietra fatti dai pellegrini

Panorama

Torres del Rio

Viana-Chiesa di San Pedro


07/04/2018
Da Viana a Navarrete

Tappa lunga sotto la pioggia e freddo però il percorso allevia questi disagi, si attraversa un parco meraviglioso dove c'è anche un lago con tanti animali sia acquatici che terrestri.
Mi sono fermata a riempire la bottiglia con l'acqua di una fontanella nel parco e un pellegrino che passava di la si ferma attacca discorso un po' in spagnolo e un po' in italiano e mi chiede se possiamo fare un selfie insieme e ho accettato, mi ha salutata e ha continuato il suo cammino.
Nell'insieme tappa scorrevole e piacevole peccao per il brutto tempo che non ha permesso foto migliori. In questi chilometri si passa dalla Navarra alla Rioja.
A Navarrete mi sono fermata nell'albergue de peregrinos dove mi sono trovata molto bene grazie anche alla disponibilità degli hospitaleri che tengono bene questa struttura.

Viana-resti chiesa San Pedro

Cartello di entrata in Rioja

Fiume Ebro a Logroñ0

Logroño-Santa Maria La Redonda

Murales nel sottopasso

Logroño-Parco di La Grajera
 Toro di Osborne sulla collina

Navarrete-Rovine dell'Hospital de San Juan de Acre

Navarrete