domenica 31 maggio 2020

Più chilometri e più salita

29/05/2020




Partita da casa un po' prima del solito perché volevo allungare i chilometri ma sempre con l'opzione di tornare indietro se vedevo che non ce la facevo.

Il primo tratto è sempre lo stesso per raggiungere la ciclopedonale Giordano Cottur che ogni volta mi regala qualcosa di diverso.

Ho visto un capriolo che era entrato in un piccolo vigneto recintato con il cancello aperto,
il capriolo era molto impaurito e quando mi ha vista tentava di uscire ma trovava la rete,
me ne sono andata via alla svelta per non spaventarlo di più con la speranza che sia riuscito a trovare il cancello da cui era entrato.

Durante la salita che passa tra i muretti che delimitano i campi ho fatto scorta di buonissime ciliege, c'è un alberello con dei rami bassi che escono dalla recinzione e non ho resistito quando le ho viste belle rosse, sembrava che mi stessero chiamando.

Una volta arrivata sulla ciclopedonale ho preso la direzione verso Draga Sant'Elia, passate le due gallerie si giunge al casello Gabrio Modugno, qua mi sono fermata a tirare fiato e far riposare i piedi che ultimamente mi danno qualche problema.

In questo punto c'è l'incrocio che girando a destra in discesa si arriva a Bottazzo, andando dritti si prosegue sulla ciclopedonale mentre girando a sinistra si sale verso Hervati e continuando si arriva a San Lorenzo.

Prima del paese c'è un sentiero molto corto che porta alla vedetta da cui si gode di un panorama stupendo sulla Val Rosandra e sul golfo di Trieste, Se il cielo è limpido si riesce a scorgere la lingua di terra di Grado.

Piano piano sono riuscita a salire, vi assicuro che la salita per arrivare alla vedetta è molto ripida, ad un certo punto volevo tornare indietro perché non ce la facevo più ma dopo qualche minuto di riposo sono ripartita e lenta come una lumachina sono arrivata alla meta tanto agognata.

Dopo pochi metri di sentiero spunta la vedetta e ho tirato un sospiro di sollievo, la prima cosa che ho fatto una volta raggiunta è stato tirare giù il mio fedele compagno zainetto e come seconda cosa togliere le scarpe e far riposare i piedi.

Ero tentata di sdraiarmi sulla bella panca ma avevo paura di non riuscire a rialzarmi perciò ho preferito restare seduta e riempire lo stomaco con un bel pezzo di empanada che ho portato per il mio pranzo.

Dopo una mezz'ora di riposo sono ripartita, per il ritorno ho fatto la strada più corta che scende direttamente senza passare per Hervati che si risparmia un bel po' di strada.

Come sempre a completare il tutto c'è il video:


Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i commenti