mercoledì 1 gennaio 2020

Turista a Trieste

Era ancora il 2019 e precisamente il 29 dicembre, la giornata era soleggiata anche se freddina con leggere raffiche di bora, per noi triestini erano solo degli aliti, con il mio amico bolognese decidiamo di andare a fare un bel giro che include sia una camminata che un giro turistico.
Partiamo al mattino verso le 9.30 e saliamo le scalette che portano alla ciclopedonale in via dell'Istria, da qui facciamo la camminata che ho già descritto in un post precedente e che si arriva al colle di San Giusto.
Quel giorno finalmente dopo tanti anni abbiamo trovato il castello aperto così siamo entrati.
La prima cosa che si trova appena entrati sono le statue in bronzo di Michez e Jachez due automi con al centro la campana.
Sono gli originali che stavano sulla torre del municipio a scandire le ore dal 1876 al 1972 poi sostituiti dalle copie perfette anch'esse in bronzo compresa la copia della campana che tutt'ora scandiscono le ore.
Per chi volesse approfondire la storia del castello può guardare qua:
http://castellodisangiustotrieste.it/castello-di-san-giusto/


Sempre nell'atrio c'è un cannone e sul muro c'è la rosa con gli stemmi delle 13 casade triestine.



Proseguendo si entra nel cortile dove si trova il Lapidario Tergestino ubicato nei sotterranei dove sono esposti 130 reperti lapidei della Tergeste romana.

 Mosaico di una villa che si trovava a Barcola rione subito fuori Trieste.


Scala per scendere nel sotterraneo


Sarcofago


Usciti dal sotterraneo saliamo sulle mura da dove si gode un panorama a 360° con la giornata limpida si riesce a vedere anche la costa istriana e la lingua di terra di Grado.







Aggiungo un breve video solo per far sentire la bora.


Dopo un po' si arriva al museo delle armi dove sono esposte le armi dal XII al XIX secolo.
Qui si trova anche la statua di San Sergio che è uno dei protettori della città di Trieste.

La Leggenda di San Sergio:

Sergio visse nel II secolo d.C. e fu tribuno della XV Legione Apollinare di stanza a Tergeste dove si convertì al Cristianesimo. Scoperto, fu richiamato a corte ma, prima di partire, promise ai suoi amici cristiani triestini, che un segno sarebbe giunto in città a comunicare la sua morte. A Sergio furono conficcati dei chiodi ai piedi e fu fatto camminare attraverso i Castrum di Saura, Tetrapirgio e Rosapha dove fu decapitato presumibilmente il giorno 7 di ottobre. Nello steesso giorno dal cielo limpido sopra il foro triestino, cadde un'alabrda (oggi conservata tra i tesori della Cattedrale di San Giusto) che in onore del compianto Sergio fu elevata a simbolo della città. Leggende fantastiche ruotano attorno alla storia di questa alabarta che non arrugginisce mai e non prende né dorature né argentature. Il fatto che la leggenda narri della sua caduda dal cielo ha fatto risalire a lontane leggende celtiche che narrano di fabbri che lavoravano il ferro meteorico, ossia un metallo ferroso caduto raccolto da meteore cadute. Sembra inoltre che l'alabarda sia arricchita di fosforo, una pratica che si otteneva trafiggendo un esser umano con l'arma appena forgiata.
Sul luogo del martirio di Sergio (oggi in Siria) fu eretta una chiesa che raccoglieva le sue spoglie poi traslate in una vicina e più grande chiesa costruita successivamente in suo onore. Nel V sec. a Frigia fu costruita un'enorme basilica attorno alla quale si formò un enorme villaggio che l'Imperatore Giustiniano chiamò Sergiopoli.
I Santi Sergio e Bacco (anch'egli tribuno romano martirizzato assieme a Sergio) si onorano il 7 ottobre e San Sergio è uno dei Santi Protettori di Trieste.
Faceva parte del territorio di Trieste il paese di San Sergio, oggi Črni Kal in Slovenia a ridosso del confine, mentre nel 1956 iniziò la costruzione di un villaggio satellite ai margini di Trieste che porta il nome di Borgo San Sergio. 
(Copiato da internet sulla pagina dei Santi di tuttotrieste.net)


Finito il giro del castello siamo usciti e non poteva mancare una foto ricordo sul ponte levatoio.


Scendendo verso le rive siamo passati per le stradine antiche e sul davanzale di una finestra c'era un micio che si godeva la bella giornata.


Camminando per i vicoli siamo arrivati in piazza dell'Unità d'Italia che era chiusa per metà perché stavano montando il palco per la festa del 31 dicembre.
Per fortuna hanno lasciato fuori il presepe. 
La foto non è venuta un granché però mi piace postarla ugualmente come simbolo della rinascita.


Finisce qui il giro turistico.
Auguro a tutti un buon 2020 

1 commento:

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