lunedì 25 giugno 2018

Tappe 12-13-14-15

08/04/2018
Da Navarrete a Najera

Eccoci arrivati alla tappa 12 cominciata con poche gocce di pioggia e molto nuvoloso con aria fredda.
Tanti chilometri senza area de descanso e senza altre possibilità di riposo, per fortuna almeno il tempo è stato clemente e a Najera ho trovato il sole e aria più mite.
Qualche chilometro prima si sale sulla collina che si chiama el Poyo (collina) di Roland, ha questo nome per la leggenda che rievoca la vittoria di Rolando sul gigante musulmano Ferragut. Sul Poyo si trova anche una costruzione a cupola che serviva come rifugio per gli agricoltori.
Durante la tappa ogni tanto incontravo la coppia olandese, prima mi fermavo io e loro mi passavano e viceversa.
Mi sono fermata all'albergue de peregrinos che non lo consiglio.
I miei due amici invece sono avanti di qualche tappa e ci teniamo in contatto tutti i giorni con i messaggi.

Statua di pastore

Scarpone abbandonato

Ventosa

Segnaletica del Cammino

Poyo de Roldàn-rifugio di pastori

Najera-Santa María la Real


09/04/2018
Da Najera a Cirueña

Anche questa tappa è stata breve a causa del brutto tempo. Anche qua tanti chilometri senza nessuna possibilità di ripararsi dalla pioggia inoltre sullo sterrato causa l'abbondante pioggia si camminava nel fango argilloso, di quello che si appiccica sotto la suola e le scarpe diventano pesanti.
Dopo un breve tratto su asfalto, giusto il tempo di ripulirsi le suole si ritorna sullo sterrato fangoso. Mi sono fermata a Cirueña dopo solo 17 km perché tra freddo, pioggia e fango non ce la facevo più a continuare. Ho visto l'indicazione per l'albergue e l'ho seguita così sono arrivata all'albergue Virgen de Guadalupe, sconsigliato per la struttura fatiscente e l'hospitalero poco disponibile.
Come sempre ci sono i pro e i contro, in questo rifugio ho conosciuto una ragazza di Lecce, ovviamente non ricordo il nome, molto simpatica e abbiamo chiacchierato parecchio poi ho visto che c'era anche la coppia olandese e ci siamo ritrovati a cena così tra un po' di inglese tradotto alla buona dalla ragazza leccese, tra un po' di spagnolo e un po' di italiano ci siamo capiti abbastanza. Il marito mi ha detto di avere 79 anni e la moglie uno in meno, sono rimasta perplessa perché loro dicevano sempre brava a me quando mi incontravano lungo la strada e anche qua in albergue pur sapendo che sono più giovano di loro.
Durante questa tappa fredda e piovosa non ho scattato nemmeno una foto e comunque sono solo chilometri tra vigneti e grano, tutto il percorso di oggi era in continua salita poco ripida e solo piccoli tratti un po' più ripidi.
I miei due amici mi hanno scritto che si trovano a Villafranca Montes de Oca e ho subito pensato che per me sarà impossibile raggiungerli.

10/04/2018
Da Cirueña a Redecilla del Camino

Riprendo il cammino da Cirueña in mezzo alla nebbia che poi lascerà il posto al cielo nuvoloso.
Anche questa tappa tutta tra i campi e tutta in leggera salita.
Dopo circa 6 km arrivo a Santo Domingo de la Calzada dove c'è la bellissima Cattedrale, questa è una città simbolo del cammino. Fu fondata a ricordo di Santo Domingo nel 1044, è stato lui che costruì il ponte sul rio Oja per il passaggio dei pellegrini.
Nella Cattedrale, in una gabbia ci sono un gallo e una gallina bianchi che ricordano la leggenda del miracolo, chi volesse approfondire lo trova qui: https://dueincammino.altervista.org/miracolo-santo-domingo-de-la-calzada/
La leggenda racconta anche che se un pellegrino entrando in chiesa sente il gallo cantare significa che è di buon  auspicio per il resto del suo pellegrinaggio fino a Santiago.
Per entrare in Cattedrale si pagano 3 € e io, per una questione mia personale, non pago per entrare in un luogo di culto che dovrebbe essere aperto a tutti.
Proseguendo sempre tra i campi si arriva a Grañon che è l'ultimo paese della Rioja e da qui si entra in Castiglia-Leon.
A Redecilla del Cammino mi sono fermata al municipal San Lázaro, discreto senza troppe aspettative ma dotato di tutto.
Le ultime tre foto risalgono al cammino che ho fatto nel 2017.

La strada nella nebbia

Freccia 

Santo Domingo de la Calzada-torre della Cattedrale

Santo Domingo de la Calzada

Santo Domingo de la Calzada-Ponte sul rio Oja

Grañon-Cruz de los Valientes

Grañón-Parroquia de San Juan Bautista

11/04/2018
Da Redecilla del Camino a Tosantos

Dopo il freddo e la pioggia dei giorni precedenti questa mattina fuori c'era la sorpresa, durante la notte ha nevicato, non molto ma tanto basta a rendere il paesaggio suggestivo.
Peccato che dopo un po' ha cominciato a piovigginare e ha sciolto quasi tutta la neve. Il percorso è sempre in falsopiano tra i campi e in certi punti per facilitare il cammino dei pellegrini sono state create delle corsie a fianco della strada. In questa tappa ho attraversato diversi paesi abbastanza vicini uno all'altro e in questo modo sono riuscita a camminare meglio perché ho potuto riposare più spesso. E' ovvio che in questo modo ci metto più tempo ma visto e considerato che non si tratta di una gara non importa il tempo impiegato per arrivare a fine tappa.
A Tosantos ho voluto fermarmi per la bellissima esperienza fatta l'anno prima. Non è niente di speciale come struttura, anzi...Il fatto è che c'è una energia positiva molto forte e stando in quel posto mi sento bene. 
Ci sono i materassini a terra, le scale di legno scricchiolanti, si prepara la sala per la cena tutti assieme, io ho dato una mano a preparare la cena. Dopo mangiato si sparecchia e si pulisce tutti insieme, questo è il vero spirito di convivialità tra pellegrini. 
Al piano di sopra a fianco dello stanzone dove si dorme c'è una piccola stanza adibita a cappella dove chi vuole partecipa al ringraziamento e si prende a cuore una richiesta di aiuto fatta da altri pellegrini da portare a San Giacomo in Cattedrale. A me è capitato il foglietto di una ragazza che chiede aiuto per la zia ammalata gravemente di cancro, a un'altro pellegrino è capitata la preghiera di un papà per la propria figlia che ha la leucemia. Ogni sera c'è questo rito con i pellegrini ed è una bellissima esperienza.
Questa volta eravamo in pochi così ho chiesto se potevo prendere un materasso più alto per metterlo sopra a quello basso e l'hospitalero mi ha aiutato a sistemarlo. A proposito di hospitalero questo non poteva avere un nome più appropriato. Si chiama Santiago e non dico altro.
In questo posto ho conosciuto un tedesco molto simpatico, più avanti durante altre tappe ho scoperto che si chiama Siggi (si pronuncia Zigghi) e che ha 50 anni, ho il suo permesso per nominarlo e anche per postare le foto. 
Assieme a noi c'era anche una signora col figlio sempre tedeschi e in un primo momento pensavo fossero assieme invece si sono conosciuti durante la tappa.

Strada verso Castildelgado

Viloria de Rioja

Strada per Villamayor del Rio

Rovine del castello di Belorado

Chiesa di Santa Maria-Belorado

Cappella dell'albergue di Tosantos

La stanza con i materassi a terra-il rosa più alto è dove ho dormito io

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