domenica 12 aprile 2020

Pinze Triestine di Pasqua

Sabato 11 aprile vigilia pasquale ho preparato le pinze triestine che sono il tipico dolce che dolce non è, cioè si può abbinare sia col dolce che col salato.

Di prima mattina le donne portavano una pinza in chiesa per farla benedire e al ritorno preparavano la colazione per tutta la famiglia.
La colazione tipica era composta dalle classiche uova sode, da prosciutto cotto caldo meglio ancora se cotto in crosta di pane, qualche pezzo di formaggio e per i bambini l'uovo di cioccolato, il tutto accompagnato dalla pinza e dalla titola che ne parlo dopo.

Questi due cibi hanno riferimenti simbolici religiosi.

La pinza rappresenta la spugna imbevuta d'aceto con cui sono state bagnate le labbra di Gesù.

Prima di infornarle bisogna spennellarle con l'uovo e praticare dei tagli a forma di croce in modo che cuocendo rimanga il segno.


Queste sono le mie prime due pinze uscite dal forno mentre altre due le ho infornate.

Stamattina 12 aprile domenica di Pasqua ho fatto colazione con una bella fetta di pinza e una tazza di infuso ai frutti di bosco, dico solo che una fetta non è bastata perché troppo buona...modestamente.

Ogni tanto durante la giornata spariva una fettina e stasera l'ho finita.

Ogni pinza pesa 400 grammi ma sono talmente soffici e gonfie che a vederle sembrano più pesanti.

Con lo stesso impasto si fanno le titole.

Titola triestina foto scaricata da: gustosamente.it

La titola è una treccia che a una estremità viene inserito un uovo sodo dipinto di rosso.

Il simbolo religioso rappresentato dalla titola è il chiodo della crocifissione mentre l'uovo rosso rappresenta il sasso macchiato dal sangue di Gesù.

Queste erano destinate ai bambini per la colazione mentre le pinze erano per gli adulti nonostante fossero fatte con lo stesso impasto.



Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i commenti